lunedì 8 giugno 2020

Cortesie per gli ospiti, di Ian McEwan

Colin e Mary sono in vacanza. Persi tra le vie di una città frenetica e caotica, che fa da sfondo al loro rapporto altalenante, i due si imbattono in Robert, che sembra quasi obbligarli a seguirlo in locale, dove l'ospite inizierà ad intrattenerli con il racconto di un'infanzia disturbata e violenta. Al l'apparente cordiale anfitrione, si accompagna sua moglie Caroline, donna debole e fragile che lascia trasparire barlumi di disagio e sofferenza. Un racconto breve, ma intenso, Cortesie per gli ospiti di Ian McEwan si presenta come una narrazione ricca di particolari, che non stancano mai il lettore, ma anzi contribuiscono a delineare una città dai tratti sfumati, di cui non si fa mai nome, ma che è, senz'ombra di dubbio, riconoscibile con l'eterna Venezia, e che fa da sfondo alla relazione, ora monotona ora passionale, dei due protagonisti. L'autore ci porta non all'interno della loro vacanza, ma della loro mente, descrivendone egregiamente ogni minimo tratto, e la grande abilità narrativa di McEwan si esplica in tutta la sua gloria con i due co-protagonisti, Robert e Caroline, tremendamente affascinanti e manipolatori, custodi di un segreto perverso che lascerà il lettore con il fiato sospeso. Il crescendo della narrazione fa immergere in un'atmosfera sempre più cupa, in cui il sadismo sgorga dalle pareti e la violenza, prima di essere fisica, è soprattutto mentale. Ogni azione dei protagonisti è misurata con attenzione machiavellica, al fine di raggiungere un unico scopo. Un racconto forte, grottesco, quello di McEwan, che tiene gli occhi incollati alle pagine, esercitando uno strano potere attrattivo che porta a chiedersi fin dove possa arrivare la perversione.


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