venerdì 18 agosto 2017

Perfetti sconosciuti

Entrambi ci annoiavamo, nelle nostre rispettive spoglie stanze. Come se già fossimo collegati da un qualche filo invisibile, ci mettemmo d'accordo e uscimmo. Il sole illuminava la piazza colma di gente che passeggiava spensierata. Era un pomeriggio d'aprile e quel pomeriggio aveva tutte le premesse per essere l'inizio di qualcosa. Bastò guardarci negli occhi per capire di poterci fidare reciprocamente. Bastò salutarci, presentarci, per aprirci. Così le ore volarono e non ci importava nulla dell'ora di cena, che arrivò per poi salutarci poco dopo. Non ci importava nulla del fresco che cominciava a penetrare nelle nostre ossa. Le parole scorrevano come un fiume in piena e quel fiume fu vivo per i giorni a seguire. Una delle sere successive, seduti sulla scalinata di una piccola chiesa, ascoltavamo una canzone "And a lust for life keeps us alive" diceva la voce da sirena della cantante. Per quattro minuti tra di noi regnò il silenzio. Forse ci stavamo dicendo tutto, forse niente. Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere. Le nostre labbra iniziarono a muoversi e ci unimmo ai due artisti in un coro che suscitava l'attenzione dei passanti. 
Arrivò giugno e con lui i problemi. Ci allontanammo, radicalmente, per poi diventare perfetti sconosciuti. Non avevamo più certezze, solo dubbi. Non ci guardavamo più negli occhi. Non cantavamo più insieme. Tutto quello che era stato costruito in due mesi si dissolse e volò via. 
Ancora oggi provo mancanza di quella compagnia. Ma la mancanza, talvolta, lascia posto alla rabbia e, con essa, ad una quasi certezza, che forse perfetti sconosciuti lo eravamo sempre stati. 

Nessun commento:

Posta un commento