giovedì 16 aprile 2020

Luis Sepúlveda: dell'immortalità di un autore

Apprendo con grande dispiacere della morte di Luis Sepúlveda, autore di favole che hanno affascinato, incantato e divertito tantissime generazioni di piccoli e grandi lettori. Potrei perdermi in un elogio dei suoi scritti, ma la sua triste dipartita mi fa solo pensare al concetto di immortalità. In questi mesi stiamo assistendo a qualcosa di catastrofico, che si accompagna a tragedie che ogni giorno colpiscono il nostro Pianeta e l'umanità intera. Familiari, amici, personaggi illustri ci lasciano, scomparendo fisicamente dalla Terra che i nostri piedi calpestano quotidianamente. Eppure, ognuno di noi lascia un'impronta, un segno destinato ad essere duraturo nel tempo, sopratutto se compiuto con amore, cuore e cervello. Ripenso a quel piccolo Oz, che si emozionò leggendo "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" e la pelle d'oca suscitata dal lungometraggio animato di qualche anno fa. Ecco, allora, che l'immortalità di un autore come Sepúlveda si fa viva e concreta, così come vivi e concreti sono i messaggi dei suoi racconti, messaggi di speranza, bontà, altruismo. Comportamenti che sicuramente hanno il grande potere di cambiare, in positivo, il nostro modo di essere. Oggi Luis ci ha lasciati, ma le sue favole resteranno per sempre. 

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