Sono pienamente convinto
che, quando un’occasione bussa alla nostra porta, noi dobbiamo aprirle. Di conseguenza,
la possibilità di leggere e recensire uno degli scritti più belli in assoluto è
stata come manna dal cielo. Vagamente suscettibile
Evolution! è l’ultimo lavoro di Pierpaolo Mandetta, originario di Paestum e autore di Cuore Satellite e del romanzo Dillo tu a mammà, edito da Rizzoli. Pierpaolo,
conosciuto a tutti come Paolo, nasce nel 1987 e vive un’infanzia difficile. Capisce
sin da piccolo di essere diverso, di possedere qualità e caratteristiche che lo
diversificano dagli altri bambini. Ma proprio questa diversità gli permette di
staccarsi da una società sempre più omologata, di essere diverso per non essere
uguale e di trovare la normalità nella sua diversità. La sua vita si costella
di adulti incapaci di assumersi le proprie responsabilità e il risultato è un
bambino che cresce in fretta, brucia le tappe, si isola, mentre la sua anima soffre
di una incondizionata e non voluta esclusione. Il rapporto conflittuale col
padre, la madre divisa tra due fuochi e la perfezione di una sorella imperfetta
portano Paolo a trovare rifugio in uno strumento fino a quel momento
sconosciuto, ovvero la scrittura, mezzo unico che gli permette di placare dolori e sofferenze, scaturiti da una vita
obbligata a nascondere ciò che non può essere messo a tacere: la sua
omosessualità. Il retaggio di una società antiquata e stantia obbliga ad aprire
le ante dell’armadio e a buttarcisi dentro, perché è sbagliato essere gay in un
mondo che ci vuole perfetti, sposati con una donna da lasciare a casa a pulire
e cucinare, social, influencer, testimonial di brand che ci considerano meri
strumenti di propaganda consumistica. Ma Paolo non si abbassa a questa mercificazione
della persona e lotta con tutte le armi a sua disposizione, prima fra tutte l’amore.
Anche se per lui è stato un trauma, che lo ha spinto verso relazioni disastrose
e, se possibile, malate, riconosce che
l’amore
circola grazie alla comunicazione, in quanto essenziale per far emergere la
nostra genuina personalità. E forse proprio la mancanza di questa essenzialità
ha portato alla distruzione della nostra società: oggi amare vuol dire essere
diversi. Vuol dire essere sinceri,
non
sentirsi mai soli con se stessi, aprirsi, accettarsi e accettare. È dall'amore
che impariamo, quell'amore che lui non ha mai sentito all'interno della sua
famiglia, la quale invece lo ha allontanato, spinto a cercare quel sentimento
così misterioso tra le braccia di ragazzi e uomini con cui poco avrebbe
condiviso. Nasce, così, un tormento, una disperazione che trova pace solo nella
scrittura, da lui definita come una reazione a tutto ciò che ha vissuto. In questo
scritto Paolo ci dice che lo scrivere nasce dagli eventi che colorano la nostra
esistenza, eventi che non sono necessariamente confinati al presente, perché
è con l’infinito che si scrive. La scrittura
diventa così un ponte tra lui e il lettore, gli permette di tramutare le sue
riflessioni in nero su bianco e di raccontare di quel tanto agognato coming out, lasciandosi trasportare dalle sfumature, che ci rendono diversi, sì, ma
ci regalano, anche e soprattutto, l’occasione di essere umani e liberi.

Pierpaolo Mandetta scrive
questo libro con il pretesto di consigliarci come diventare scrittori e
blogger. Ma ciò che ho percepito durante la lettura è la testimonianza di un
ragazzo, l’urlo liberatorio di chi ha finalmente compreso la bellezza della
vita e ha trovato una cura per le sue ferite. Pierpaolo ha scalato una montagna, si è fermato più volte, ha visto la vetta
allontanarsi, poi farsi vicina e poi allontanarsi di nuovo. Allora si è seduto
su una pietra trovata lì per caso, si è coperto il viso con le mani e in quella
sconfinata solitudine ha capito di non essere solo, perché non si è mai davvero soli quando ci ricordiamo di avere noi stessi.
Ha fatto leva su tutte le sue forze, ha spiegato le ali che alcuni hanno cercato
di strappare e ha deciso di resistere, di lottare, di continuare. Forse cederà,
in futuro, ma poi ripartirà, perché ha fatto sua la libertà di scelta e lui ha
scelto di essere, di esistere, di amare. Al diavolo le costrizioni sociali, le
figure opprimenti, le omologazioni. Con una scrittura incalzante, a tratti
malinconica e irriverente, Pierpaolo ci regala una delle più grandi verità che
in pochi hanno il coraggio di rivelare: noi
siamo l’umanità che resiste. È questa la nostra missione: continuare a tenerla
accesa, e in questa incessante lotta dobbiamo indossare l’armatura dell’indipendenza,
con cui affermare il nostro libero arbitrio, il nostro vero io, così da perderci, allontanarci da
un traffico pieno di smog e raggiungere la nostra vetta.
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