sabato 31 marzo 2018

Vagamente Suscettibile Evolution!


Sono pienamente convinto che, quando un’occasione bussa alla nostra porta, noi dobbiamo aprirle. Di conseguenza, la possibilità di leggere e recensire uno degli scritti più belli in assoluto è stata come manna dal cielo. Vagamente suscettibile Evolution! è l’ultimo lavoro di Pierpaolo Mandetta, originario di Paestum e autore di Cuore Satellite e del romanzo Dillo tu a mammà, edito da Rizzoli. Pierpaolo, conosciuto a tutti come Paolo, nasce nel 1987 e vive un’infanzia difficile. Capisce sin da piccolo di essere diverso, di possedere qualità e caratteristiche che lo diversificano dagli altri bambini. Ma proprio questa diversità gli permette di staccarsi da una società sempre più omologata, di essere diverso per non essere uguale e di trovare la normalità nella sua diversità. La sua vita si costella di adulti incapaci di assumersi le proprie responsabilità e il risultato è un bambino che cresce in fretta, brucia le tappe, si isola, mentre la sua anima soffre di una incondizionata e non voluta esclusione. Il rapporto conflittuale col padre, la madre divisa tra due fuochi e la perfezione di una sorella imperfetta portano Paolo a trovare rifugio in uno strumento fino a quel momento sconosciuto, ovvero la scrittura, mezzo unico che gli permette di placare dolori e sofferenze, scaturiti da una vita obbligata a nascondere ciò che non può essere messo a tacere: la sua omosessualità. Il retaggio di una società antiquata e stantia obbliga ad aprire le ante dell’armadio e a buttarcisi dentro, perché è sbagliato essere gay in un mondo che ci vuole perfetti, sposati con una donna da lasciare a casa a pulire e cucinare, social, influencer, testimonial di brand che ci considerano meri strumenti di propaganda consumistica. Ma Paolo non si abbassa a questa mercificazione della persona e lotta con tutte le armi a sua disposizione, prima fra tutte l’amore. Anche se per lui è stato un trauma, che lo ha spinto verso relazioni disastrose e, se possibile, malate, riconosce che l’amore circola grazie alla comunicazione, in quanto essenziale per far emergere la nostra genuina personalità. E forse proprio la mancanza di questa essenzialità ha portato alla distruzione della nostra società: oggi amare vuol dire essere diversi. Vuol dire essere sinceri, non sentirsi mai soli con se stessi, aprirsi, accettarsi e accettare. È dall'amore che impariamo, quell'amore che lui non ha mai sentito all'interno della sua famiglia, la quale invece lo ha allontanato, spinto a cercare quel sentimento così misterioso tra le braccia di ragazzi e uomini con cui poco avrebbe condiviso. Nasce, così, un tormento, una disperazione che trova pace solo nella scrittura, da lui definita come una reazione a tutto ciò che ha vissuto. In questo scritto Paolo ci dice che lo scrivere nasce dagli eventi che colorano la nostra esistenza, eventi che non sono necessariamente confinati al presente, perché è con l’infinito che si scrive. La scrittura diventa così un ponte tra lui e il lettore, gli permette di tramutare le sue riflessioni in nero su bianco e di raccontare di quel tanto agognato coming out, lasciandosi trasportare dalle sfumature, che ci rendono diversi, sì, ma ci regalano, anche e soprattutto, l’occasione di essere umani e liberi.

Pierpaolo Mandetta scrive questo libro con il pretesto di consigliarci come diventare scrittori e blogger. Ma ciò che ho percepito durante la lettura è la testimonianza di un ragazzo, l’urlo liberatorio di chi ha finalmente compreso la bellezza della vita e ha trovato una cura per le sue ferite. Pierpaolo ha scalato una montagna, si è fermato più volte, ha visto la vetta allontanarsi, poi farsi vicina e poi allontanarsi di nuovo. Allora si è seduto su una pietra trovata lì per caso, si è coperto il viso con le mani e in quella sconfinata solitudine ha capito di non essere solo, perché non si è mai davvero soli quando ci ricordiamo di avere noi stessi. Ha fatto leva su tutte le sue forze, ha spiegato le ali che alcuni hanno cercato di strappare e ha deciso di resistere, di lottare, di continuare. Forse cederà, in futuro, ma poi ripartirà, perché ha fatto sua la libertà di scelta e lui ha scelto di essere, di esistere, di amare. Al diavolo le costrizioni sociali, le figure opprimenti, le omologazioni. Con una scrittura incalzante, a tratti malinconica e irriverente, Pierpaolo ci regala una delle più grandi verità che in pochi hanno il coraggio di rivelare: noi siamo l’umanità che resiste. È questa la nostra missione: continuare a tenerla accesa, e in questa incessante lotta dobbiamo indossare l’armatura dell’indipendenza, con cui affermare il nostro libero arbitrio, il nostro vero io, così da perderci, allontanarci da un traffico pieno di smog e raggiungere la nostra vetta.

Nessun commento:

Posta un commento