domenica 25 marzo 2018

Intervista a Claudio Gerardi, autore di lullabyforoldkids

Ho avuto la fortuna di intervistare un ragazzo che possiamo definire, senz'ombra di dubbio, un artista. Le sue illustrazioni hanno catturato migliaia di followers su Instagram, toccando corde sensibili del cuore con delicatezza e malinconia. Dalle sue parole emerge l'immagine di un essere umano fragile e forte al tempo stesso; di un ragazzo il cui animo viene scosso dalle situazioni della vita che, inevitabilmente, tutti noi viviamo. Scommetto che, alla fine, lo considererete un vostro caro amico. 

Cominciamo con la classica domanda: chi è Claude?
Claude è lo pseudonimo che ho dato al protagonista del miei disegni. Il mio nome reale invece è Claudio Gerardi. Sono un ragazzo di 22 anni che studia Graphic Design all'Accademia di Belle Arti di Torino. Tra le mie passioni figura anche quella dell’illustrazione, che ho scelto come mezzo ideale per raccontarmi, come una sorta di diario personale.

Quando e da dove è nato il progetto lullabyforoldkids?
Questo progetto è nato da una canzone un po' fiabesca che ho scritto per il mio quasi ex gruppo i Dis Quiet Place - dico quasi perché potrebbe esserci un ritorno di fiamma - chiamata Lullaby For an Old Child e parla di un ragazzo che vuol ridare colore al suo mondo cupo e grigio. Il progetto di per sé è nato con l’intenzione di dare un supporto visivo alla mia musica.

Da dove trai l'ispirazione per i tuoi lavori?
Stilisticamente un po' da ovunque, dai libri, dalla musica, dalla poesia, dall'arte. Cerco di farmi contaminare il più possibile da tutto ciò che mi risuona e mi comunica una dimensione familiare. Mentre per il contenuto dei miei disegni sono tutti, o quasi tutti, fatti che mi sono accaduti personalmente e a cui cerco di dare un’interpretazione. Certe volte disegno anche uno stesso avvenimento da due punti di vista diametralmente opposti: dipende da come mi sento quando prendo la matita in mano.

I protagonisti delle tue illustrazioni sono due ragazzini, dai tratti caratteristici e unici, spesso coinvolti in situazioni di abbandono e malinconia. È questo un modo per rappresentare le varie facce dell’amore?
Devo dire che il senso di abbandono e la malinconia sono due tra i sentimenti più presenti nello spettro delle mie emozioni ultimamente, e questo molto spesso emerge nei miei disegni. L’Amore “romantico” è un ottimo modo per rappresentare quello stato d’animo di aspettativa che molto spesso viene disattesa, lasciandoti quel retrogusto di malinconia. Riporre nelle mani di un’altra persona la tua felicità è un ottimo modo per costruire una casa con delle fondamenta molto instabili, e se per disgrazia dovesse finire il male, beh…vien giù tutto. Penso sia un’esperienza capitata a tutti nella vita.

Colori tipici dei tuoi lavori sono il bianco e il nero. Cosa rappresentano?
Molto banalmente mi piaceva esteticamente il contrasto cromatico, anche se sono in qualche modo funzionali alla maggior parte delle ambientazioni nello “spazio”.

Associando il termine kids del nome del progetto, bambini in inglese, alla rappresentazione di due ragazzi all'apparenza piccoli d’età, viene da pensare che il tuo scopo è quello di esaltare l’innocenza e la purezza dell’età infantile.
E’ esattamente come hai detto. Il mio intento è sopratutto comunicare con l’onestà tipica dei bambini. Loro sono sempre molto semplici, diretti e dotati di una grande intelligenza emotiva intuitiva. Si può dire che hanno una visione del mondo lucida e imparziale, non filtrata da pregiudizi che ne alternano la percezione.

In un’illustrazione, intitolata “Me as a little prince”, vi è un forte richiamo al Piccolo Principe. Quanto è importante questo romanzo per la comprensione dei tuoi disegni?
Questo è un libro che tutti dovrebbero leggere, non è un semplice racconto per bambini. Affronta tematiche difficili ed impegnative e lo fa con una semplicità e leggerezza unica. Ogni capitolo è un allegoria o uno stereotipo della società contemporanea. Il mio personaggio Claude è una specie di principe “mezzosangue” - così mettiamo in mezzo anche Harry Potter -, per certi aspetti ancora vincolato al modo di intendere la vita  da“adulto”, ma per altre cose spontaneo come un bambino, e aspira a quella dimensione perfetta che viene incarnata dal protagonista del romanzo di Antoine de Saint-Exupéry.

Un elemento ricorrente nei tuoi disegni è la natura. Qual è il tuo rapporto col mondo naturale che ci circonda?
Amo la natura, mi piace fare lunghe passeggiate in solitaria sotto il sole e in mezzo al verde appena ne ho la possibilità.  Diciamo che influisce parecchio positivamente anche sul mio umore. Nei miei disegni “la natura” riflette sempre qualcosa di positivo. 

      Hai mai pensato di trasformare le tue illustrazioni in un film d’animazione?
Certamente! È un obiettivo. Ultimamente sto anche cercando io personalmente di imparare ad animare, quindi è possibile che già nei prossimi mesi vedrete qualche mia illustrazione animata! 

      E in un libro?
Anche quello è un progetto in cantiere. Ho già un abbozzo di storia e spero che prenda sempre più una forma concreta.

     Parlando adesso dell’autore di questi meravigliosi disegni, quali sono le passioni che ti caratterizzano?
Come ti dicevo prima, l’altro mio grande amore è la musica. Faccio un po' tutto: suono la batteria, la chitarra, canto e scrivo canzoni. Nella band in cui suonavo e cantavo prima eravamo un po' tutti polistrumentisti ed era divertente cambiare costantemente ruolo. Potete ascoltare il mio lavoro su Spotify, si chiama “Morning Sun” l’album e la band Dis Quiet Place. 

Disegnare, scrivere, comporre sono azioni che molti artisti conducono in climi diversi tra di loro: c’è chi predilige il silenzio assoluto, chi la compagnia di una melodia rilassante. Qual è, quindi, il tuo clima ideale per dare vita a una illustrazione?
Per quanto mi riguarda, una prerogativa per me è la solitudine totale: mi devo isolare per poter disegnare le mie illustrazioni, molto spesso accompagnato da una buona playlist di musica post-rock o dalle mie stesse canzoni.

Oggi viviamo in una società ipertecnologica, dove i social network, com'è facile osservare, permettono a molti giovani di farsi conoscere. Quanto è stato determinante per te Instagram, ad esempio, per raggiungere le migliaia di followers che ti seguono e ti ammirano?
Direi che è stato molto determinante. Sono una persona molto introversa ed è difficile per me nella vita “reale” creare contatti. I social mi hanno di molto semplificato il lavoro e molto spesso è la gente che viene da me.

Pensi che i social network possano, in qualche modo, far perdere la bellezza dei tuoi lavori?
No. Io cerco sempre di pensare le mie composizioni tenendo conto del formato di Instagram, quindi quadrato. Certo è un po' limitante a volte...

Ci sono degli illustratori, magari anche fumettisti, che prendi come fonte di ispirazione?
Ci sarebbe da fare una lista infinita! Che sono vicini al mio modo di intendere l’illustrazione direi: Fernando Cobelo, Gianluca Gallo ed Henn-Kim su tutti. Poi a colori Pascal Campion e Myeong - Minho.

Cosa c’è nel futuro di Claude?
Il colore.

Quali sono i consigli che daresti a chi sta per approcciarsi al mondo del disegno?
Di essere perseverante ma non ossessivo, coltivare delle buone basi e contemporaneamente ricercare un proprio linguaggio artistico.



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