domenica 16 maggio 2021

"L'ultima notte della nostra vita" di Adam Silvera

Negli Stati Uniti è uno degli autori più amati dai giovani lettori, mentre in Italia pian piano si sta facendo conoscere e il pubblico risponde con grande entusiasmo ai suoi romanzi. Adam Silvera, classe 1990, si è imposto sin da subito come autore di punta del genere Young Adult, soprattutto a tematica LGBT, che, a differenza di altri suoi colleghi, non impone come tema centrale dei suoi romanzi, ma quasi come contorno. Perché la grande capacità di Silvera è quella di delineare personaggi incisivi e al contempo delicati, immersi in una trama che abbraccia tutte le sfere della nostra esistenza, dalla vita alla morte all'amore. È cio che si deduce da L'ultima notte della nostra vita (They both die at the end), portato in Italia da Editrice Il Castoro. Protagonisti sono Rufus e Mateo, giovani ragazzi costretti a fare i conti con un servizio, Death-cast, che annuncia la morte imminente delle persone. Non si conoscono le circostanze della morte, ma chi riceve la chiamata sa che nelle prossime ventiquattro ore la sua vita finirà. Come viverle, allora? Si potrebbe provare uno dei servizi di Make-A-Moment, che, sfruttando una realtà alterata, fa vivere ai Decker - così viene chiamato chi riceve l'avviso - un'ultima esperienza emozionante. E chi invece si ritrova a vivere queste ultime ore in totale solitudine può contare su LastFriend, un'applicazione che permette ai Decker di trovare qualcuno con cui passare questi ultimi attimi di vita. E proprio Rufus e Mateo si conoscono grazie a quest'app, scoprendosi più simili di quanto mai avrebbero potuto immaginare. Ognuno con un passato e un presente turbolenti, Rufus e Mateo decidono di vivere i loro ultimi momenti terreni pienamente, dedicandosi ad esperienze che hanno sempre evitato, perché convinti di essere al sicuro nella loro bolla di protezione. Così facendo, la paura della morte imminente diventa quasi un pretesto per considerare il concetto vero di vita, che non è solo respirare, camminare, lavorare, ma soprattutto amare, prendersi cura degli altri, essere un tutt'uno con l'universo. "Cerca i tuoi simili. E vivi ogni giorno come se fosse una vita intera", dice uno dei protagonisti. E forse è proprio questo il senso vero della vita: circondarsi di persone con cui condividere qualcosa, qualsiasi cosa, e vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, senza rimpianti, paure, preoccupazioni. Come non ricordare allora "We were born to die", verso incisivo dell'omonimo brano che ha portato al successo Lana Del Rey. Siamo nati per morire, sì, che non è un invito a chiudersi in sé stessi, a rintanarsi nella propria gabbia convinti di proteggersi dalle intemperie della vita, ma vivere in funzione della vita stessa e percepire la bellezza di questo nostro essere vivi. Questo l'obiettivo dei due protagonisti, che potranno così cogliere aspetti fino ad allora sconosciuti l'uno dell'altro e di sé stessi. L'ultima notte della nostra vita è un romanzo delicato, che tocca il cuore e lo riscalda. Un romanzo di formazione, sulla vita e la morte e l'amore. Un romanzo che invita a cogliere l'attimo, a perdere le inibizioni che falliscono nel proteggerci e a vivere in quanto vivi.

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