sabato 1 maggio 2021

"Come delfini tra pescecani - Un'indagine per i Cinque di Monteverde" di François Morlupi: nessun riposo per la giustizia

Basta poco per innamorarsi di Come delfini tra pescecani - Un'indagine per i Cinque di Monteverde, ultima grande fatica di François Morlupi. Edito da Salani Editore, che, ringrazio ancora una volta per avermi concesso l'onore di leggerlo in anteprima, il romanzo si apre con la presentazione, in prima persona, del commissario Biagio Maria Ansaldi, un personaggio carismatico e allo stesso tempo tremendamente ipocondriaco, ma sempre pronto a far valere la sua squadra, di cui loda la geniale follia e l'immancabile bravura. Una squadra che più diversa di così non si può. Il vice ispettore Eugénie Loy è una giovane donna rigida, ligia al dovere, che conduce la sua vita professionale e privata senza alcun tipo di distrazione, destando, però, la preoccupazione del suo superiore, che ne riconosce l'inarrestabile declino verso l'annichilimento, nato da un processo di estraneazione al mondo, di cui Loy non si sente parte. William Leoncini, poliziotto di colore con la passione per il nazismo, compone il duo Ringo Boys insieme col collega Roberto Di Chiara, dedito invece ai film coreani sottotitolati. I due generano, sin dalle prime pagine, l'immagine di due moderni Starsky & Hutch, pronti a punzecchiarsi, a far valere, in una lotta quasi impari, i propri punti di vista. Eppure, quando si tratta di metter mano a una caso, anche gli ostacoli più grandi non riescono a fermarli. E poi, a chiudere il gruppo, Eliana Alerami, descritta dallo stesso Ansaldi come una ragazza "bella, molto ambiziosa e altrettanto inesperta", che tuttavia non si lascia intimidire da un lavoro probabilmente più grande di lei, impiegando ogni forza in suo possesso pur di giungere alla soluzione finale e, soprattutto, di ricevere il giusto riconoscimento. Cinque personaggi così diversi tra di loro vivono in una Roma immersa in un'atmosfera di caos eterno, ma sempre in grado di regalare, ai suoi abitanti e agli innumerevoli turisti, una bellezza tale da mozzare il fiato, risultato di secoli di storia che hanno contribuito ad accrescerne la magia. Una città che, però, agli occhi dei poliziotti, nonostante l'insindacabile fascino, non ha potuto sconfiggere il degrado generato dai suoi cittadini, che ha portato infine alla creazione di un panorama di dissesto in cui lei, la Città Eterna, comunque resisterà ancora, perché "avrebbe galleggiato senza affogare". In questo contesto così variegato di monumenti, sapori e personalità, i nostri cinque si imbattono nel suicidio di un vecchio che, a detta dei suoi conoscenti, ha fatto di tutto per conquistare l'antipatia del genere umano, assolutamente ricambiata. Eppure, agli occhi dei poliziotti, la morte di Gordi genera non pochi sospetti. Possibile che si tratti di un mero, ma non meno considerevole, suicidio? Ed è possibile che, a distanza di poco tempo, un'altra morte, un altro suicidio, che strappa via la vita di un ex giocatore illo tempore considerato la futura stella del calcio italiano, sia ascrivibile esclusivamente a un gesto compiuto dal ragazzo in questione in un momento di lucida follia? La squadra, capitanata da un sempre più ansioso Ansaldi, cerca ogni possibile indizio per trovare un nodo di congiunzione tra i due tragici eventi, eppure l'universo sembra condurli solo a una soluzione, che vede le due dipartite come eventi nettamente separati. Quando ogni ragionamento si conclude con la mancanza di una connessione, i sospetti dei poliziotti diventano incessanti, quasi a generare una rete che diventa via via più fitta. Sorgono dubbi, testimonianze, viaggi in auto e turni incessanti, tutto pur di smentire quella che sembra la realtà dei fatti. Una realtà che, come dice lo stesso titolo del romanzo, è invero controllata da pescecani, esseri senza scrupoli fedeli solo ed esclusivamente ai propri interessi, scaturiti dall'ammaliante bellezza del vile dio denaro. E Morlupi, ricorrendo alla voce del narratore onnisciente e agli incalzanti dialoghi tra i protagonisti, non si lascia sfuggire l'occasione di criticare un mondo ormai alla deriva, desideroso di raggiungere la vetta della modernizzazione allo scopo di vincere la medaglia d'oro della perfezione, percorso che, malgrado ogni sforzo, porta in realtà a risultati disastrosi. Con una scrittura affascinante, giustamente caratterizzata da esplicativi riferimenti alla cultura pop, Morlupi ci regala un giallo intricato, con tasselli complessi quanto i suoi personaggi, di cui delinea i tratti in modo estremamente intelligente, incastrandoli con maestria all'interno della narrazione e suscitando nel lettore una repentina simpatia per i Cinque di Monteverde, amabili e indefessi delfini difensori della giustizia, di cui speriamo di leggere ancora per molto.

Come delfini tra pescecani - Un'indagine per i Cinque di Monteverde (Salani, 2021) è in tutte le librerie. 

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