martedì 2 marzo 2021

"Le Streghe" di Roald Dahl

Guanti per nascondere i lunghi e aguzzi artigli, una fastidiosa parrucca che ricopre la testa calva, grandi narici dal bordo roseo e incurvato, pupille che cambiano colore e piedi senza dita. Così la nonna descrive le streghe al suo dolce nipotino, protagonista di uno dei romanzi più famosi e amati di Road Dahl, definito dal Times "il pifferaio magico dell'era moderna". Pubblicato in una nuova edizione speciale da Salani Editore, Le Streghe racconta di una lotta sfrenata contro il male che impera in questo mondo, dove le streghe, governate dalla perfida Strega Suprema, si alleano per far fuori tutti i bambini, trasformandoli in orripilanti topi che i loro stessi genitori uccideranno. Ma nonna e nipote, insieme col coraggioso Bruno, riusciranno a distruggere queste orribili creature.
Ancora una volta Roadl Dahl dimostra di avere la capacità di raccontare e con Le Streghe lo fa prendendo un'antica leggenda e rivisitandola, creando una storia immortale, trasportata sul grande schermo prima nel 1990, con la meravigliosa Anjelica Huston nei panni della Strega Suprema, e poi nel 2020, con protagonisti Anne Hathaway, Octavia Spencer e Jahzir Kadeem Bruno. Tuttavia, bisogna dirlo, pensare che i racconti di Roadl Dahl siano esclusivamente dedicati all'infanzia significa commettere un errore. Perché, come ogni autore per bambini che si rispetti, Dahl deve essere letto entro i primi dieci anni d'età e poi di nuovo da adulti. È la regola. Il suo linguaggio semplice e l'incommensurabile fantasia sono i suoi tratti distintivi, sicuramente scaturiti dal territorio norvegese che gli ha dato i natali ed è parte di lui, nonché fonte di innumerevoli miti e leggende. Tratti distintivi che nascono anche e soprattutto da una vita difficile, che probabilmente lo ha reso un problema per le case editrici (si dice che fosse antisemita e misogino), ma comunque in grado di trarre, proprio dai momenti più complicati della sua esistenza, insegnamenti che ha messo poi al servizio della sua fantasia, creando indimenticabili storie con al centro il delicato mondo dei bambini. Raccontando dal loro punto di vista, infatti, sarà possibile, per il giovane lettore, immergersi in un mondo magico, ricco di pericoli e avventure, mentre i più grandi potranno chiedersi se svolgono il ruolo di genitori ed educatori in modo appropriato. Perché sì, Dahl racconta di bambini ai bambini, ma di mezzo ci sono sempre i grandi, che non riescono ad assolvere al loro compito e a creare l'ambiente giusto per la crescita del bambino. Certo, gli anni in cui egli scriveva erano ben diversi da quelli attuali, ma l'infanzia è da sempre al centro di un profondo dibattito e la voce di Dahl, anche a distanza di quarant'anni, si fa forte e potente e punta il dito contro quegli adulti che negano l'infanzia stessa, incuranti della delicatezza con cui dovrebbero trattare un bambino, il quale si ritrova nell'età della scoperta, dell'apprendimento, della curiosità e dell'accettazione. In questo senso, allora, diventa fondamentale la figura della nonna: nonostante la veneranda età, la donna si fa in quattro per difendere il nipotino e si assicura del suo benessere. E proprio da lei il nostro protagonista fa suo un importantissimo insegnamento: "Non importa chi sei né che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami". Una frase semplice, corta, che Dahl utilizza in chiusura del romanzo come monito per gli adulti. Ecco, quindi, la grandezza di Roald Dahl scrittore: raccontare a piccoli e grandi, facendo divertire i primi e ricordando ai secondi il rispetto dell'innocente e pura età dell'infanzia.

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