venerdì 15 maggio 2020

The Big Bang Theory: fenomenologia di un fenomeno

Bazinga! Se avete pronunciato questa parola con la stessa voce di Sheldon Cooper, allora avete dimostrato un teorema: The Big Bang Theory è la serie più geniale del ventunesimo secolo. Approdata sugli schemi statunitensi nel 2007 e conclusasi appena l'anno scorso, The Big Bang Theory è lo show dei nerd, ma non solo. Con le sue meravigliose dodici stagioni, la sitcom ideata da Chuck Lorre e Bill Prady, che si è guadagnata anche lo spin off Young Sheldon, racconta di quattro giovani scienziati, ma soprattutto amici, la cui vita viene in qualche modo rivoluzionata da Penny, Amy, Bernadette: da un lato, infatti, troviamo quattro appassionati di fumetti, supereroi e videogiochi, dall'altro tre giovani donne brillanti che irrompono nella loro comfort zone e demoliscono lo status quo. Le storie dei nostri protagonisti si intrecciano in situazioni bizzarre e piene di ilarità, che reggono per un numero record di stagioni e attirano milioni di spettatori per episodio. Tuttavia - e qui lo dico con grande orgoglio - la vera protagonista è sua maestà Scienza, verso la quale i nostri provano grande rispetto e profonda ammirazione, tanto da aggiudicarsi il Premio Nobel per la Fisica, in uno degli episodi più emozionanti dell'intera serie. La genialità degli autori risiede proprio nella capacità di sdoganare il mito dello scienziato sfigato, introverso, cervellone. Anzi, persino Penny, dipinta sin da subito come "l'ubriacona contadinotta del Nebraska", rimane affascinata dagli studi dei suoi amici, seppur a modo suo. La scienza, così, non è elitaria, ma, utilizzando un canale oggettivamente popolare come la televisione, arriva a tutti, a tal punto da spingere alcuni matematici a dimostrare la veridicità del famoso teorema di Sheldon sul numero 73. Ben vengano, allora, programmi di siffatta natura, che, seppur intrisi di tecnologia e cultura geek, riescono a comunicare brillantemente nozioni di fisica, matematica e biologia anche ai meno avvezzi, senza tralasciare le questioni economiche che i ricercatori quasi sempre si trovano a fronteggiare. Il tutto è merito, senza dubbio, di una sceneggiatura mai boriosa e scontata e di personaggi ben caratterizzati nelle loro immortali sfaccettature. A rubar la scena troviamo il fisico teorico Sheldon, cresciuto da una madre ipercattolica, chiuso in sé, che trova nella scienza una fedele alleata, la quale innesta in lui barlumi di intelligenza e genialità sin dalla tenerà età, che si fonderanno a formare quel gran pozzo di conoscenza che è la sua mente, premiata col prestigioso Premio Nobel. Accanto a lui, a condividere tale traguardo, la neurobiologa Amy, dai modi peculiari, ma pura dimostrazione dell'intelletto femminile, portatrice di una bandiera di rivincita in una realtà - quella scientifica - prettamente dominata dagli uomini. Il cast femminile continua con la dottoressa Bernadette, la cui carriera lavorativa subisce uno stallo per via di due gravidanze consecutive, ma che, sempre in linea col femminismo di cui la serie si fa portavoce, riesce a dimostrare quanto anche una donna con una famiglia da portare avanti possa, e anzi debba, aver diritto a una carriera di tutto rispetto. In barba al patriarcato! Infine Penny, colei che conquista con un semplice, ma smagliante sorriso, forse per compensare quella mancanza di intelligenza di cui Sheldon spesso la accusa; ma sarà proprio Penny a rivendicare la vera fonte di intelligenza dell'essere umano, che non risiede nella quantità di libri letti o di nozioni apprese, ma nella capacità di accendere i circuiti neuronali, ricorrendo a una buona dose di forza d'animo, coraggio e voglia di lottare. Proprio questo la rende compagna perfetta di Leonard, fisico sperimentale e migliore amico di Sheldon - ma spesso suo antagonista, proprio come le vere anime affini -, sulla cui natura adulta si riversa il rapporto freddo e distaccato con la madre psicologa, che passa la sua vita a renderlo protagonista delle sue ricerche, sino a scatenare in lui una forza che lo porterà a mettere fine alla sua egemonia per costruire, finalmente, il connubio indissolubile tra madre e figlio. Connubio che viene esplorato anche all'interno della storia personale di Howard, ingegnere di origine ebraica che, pur non avendo conseguito il Dottorato, ricopre il ruolo di astronauta per la Stazione Spaziale Internazionale, esperienza che, insieme al matrimonio con Bernadette e alla nascita dei due figli, permetterà la distruzione - seppur parziale - dell'Howard adolescente un po' cresciuto, cocco di mamma, dedito alla battute a sfondo sessuale e fallito sciupafemmine, per far sbocciare l'uomo maturo che ormai è diventato. Analogo è il percorso di Raj, astrofisico che non riesce a comunicare con le donne se non da ubriaco, ma comunque inguaribile romanticone, pregio, sì, ma anche difetto, perché Raj rimarrà l'unico a non coronare il suo sogno, e cioè quello di sposarsi. Ma proprio quella scena in cui Howard gli impedisce di commettere uno sbaglio, ricordandogli che, se anche non dovesse trovare l'amore della sua vita, avrà sempre loro, i suoi più grandi amici, rappresenta la vera celebrazione di The Big Bang Theory: viva la scienza, sì, la forza d'animo e la rivendicazione della propria indipendenza, ma soprattutto viva l'amicizia, sentimento di profondo legame, anche più forte dell'amore se vogliamo, a ricordarci che la vera forza risiede nell'unione di menti brillanti, con tutte le differenze che risiedono tra gli individui, perché, in fin dei conti, la diversità ci rende tutti uguali, capaci di migliore la nostra vita e quella di chi ci circonda. The Big Bang Theory, pertanto, non è solo uno show televisivo che distrugge i cliché sugli scienziati, ma anche vera e profonda riflessione sulla nostra esistenza, mai statica, perché in costante divenire. E non sappiamo dove ci porterà, d'altronde molte sono le incertezze. Tuttavia, in casi come questo, occorre mettersi seduti, ognuno al proprio posto, che "d'inverno è abbastanza vicino al calorifero da rimanere tiepido, ma non così vicino da causare sudorazione e d'estate è nel bel mezzo della brezza creata dalle finestre aperte là e là", e partire dal principio, quando "tutto ebbe inizio con il big bang". Hey!


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