La politica non è mai stata il mio mestiere, si sa. Troppo difficile, troppo complessa, dai meccanismi oscuri per la mia mente. Solo negli anni scorsi, grazie all'aiuto di un'amica, mi ci sono avvicinato. Ho iniziato a leggere, a studiare, a seguire i telegiornali e pian piano sono entrato nella rete dei maccanismi politici, complice anche il proseguimento degli studi, che, esuli dalla politica, mi hanno comunque permesso di analizzare la situazione attuale. Non è però merito delle due lauree in mio possesso la mia, limitatissima, capacità di capire. No, basta il buon senso, a mio avviso. E il buon senso mi dice che noi tutti, Italiani prima ed Europei poi, stiamo andando inesorabilmente verso il baratro e, da masochisti, ci stiamo consegnando nelle mani del cacciatore. Abbiamo avuto, ieri 26 maggio 2019, la possibilità di cambiare le carte in tavola, di rivoltare la situazione mondiale, di spianare la strada al miglioramento. Possibilità che è stata frantumata dall’ignoranza, dal mancato discernimento, dalla fede in parole forbite che nascondono un solo significato: distruzione. E, in pieno spirito distruttivo, stiamo portando verso il fallimento una delle più grandi creazioni politiche, l’Europa. L’Europa non è, a mio avviso, un ambiente costrittivo, di regole forzate, di austerità. L’Europa non è solo un continente meraviglioso, di pianure e colline e monti, di fiumi incantevoli e luoghi senza tempo. L’Europa è, anche e soprattutto, culla della diversità, ricchezza di lingue e popoli differenti. E noi la stiamo distruggendo. Proviamo ad immaginare l’alfabeto: esso è tale perché vocali e consonanti si combinano a delineare una successione armoniosa di lettere e suoni. Adesso proviamo ad eliminare qualche lettere, iniziando dalla g. Non potremmo più pronunciare e usare parole come gatto o gelato, patrimonio dell’umanità. E se togliessimo la o? Sparirebbero ombra e orme o ornamento. Così, dunque, eliminando un Paese dall’Unione Europea e poi un altro e un altro ancora, questo castello costruito nel tempo con tanta fatica andrebbe via via sgretolandosi, per poi lasciare un incolmabile vuoto. E lo stesso discorso può essere applicato ai suoi cittadini. Io, oggi, sono estremamente preoccupato per il futuro mio e dei miei amici e per quello dei nostri figli. Io, oggi, sono estremamente preoccupato per il futuro del nostro pianeta, che immagino come un vecchietto stanco e afflitto, incapace di portare a termine anche il più semplice dei compiti. Io, oggi, sono estremamente preoccupato per la diversità, che è sinonimo di bellezza, che è genitore dell’evoluzione. E in questo scenario tragico, c’è solo una cosa da fare: restare uniti. Hold on to each other, dice una canzone. Perché l’unione fa la forza e solo uniti potremmo sperare in un futuro migliore. Abbattiamo i muri e costruiamo ponti sulle loro rovine. Bruciamo le armi, cosicché fiori perpetui possano nascere dalle loro ceneri. E, magari, anche noi esseri umani potremmo rinascere, nuovi, freschi, degni di essere considerati tali.
lunedì 27 maggio 2019
giovedì 16 maggio 2019
17 maggio: giornata mondiale contro omofobia, bifobia e transfobia
Oggi, 17 maggio, è la giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Parole, queste, che per molti abitanti del nostro pianeta sono un colpo al cuore, una coltellata. Chi di noi non vorrebbe vivere in piena libertà, fiero di chi è, senza dare spiegazioni sulla propria sessualità? Purtroppo, però, ancora oggi migliaia, anzi, milioni di persone vivono nascoste, nell’ombra, chiuse in quell’armadio che regala loro una temporanea serenità, perché fuori è brutto, devi assecondare i principi di una società ottusa e violenta, di politici bigotti, che non vogliono assicurare i diritti ad ogni cittadino. Ogni giorno un adolescente si sveglia consapevole di dover fingere di essere qualcuno che non è, perché il desiderio di mostrare la propria personalità è sopraffatto dalla paura di essere additati come ‘malati’. Ma proprio il 17 maggio 1990 l’omosessualità viene depennata dalla Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), in quanto la sua inclusione in tale lista risulta infondata. Nonostante questo grande passo verso una moderna civilizzazione, gran parte della popolazione si ostina a considerare ‘anormali’ gli omosessuali, nonché i bisessuali e i trans. Eppure, come per tutti gli altri, si parla di persone, di esseri umani, di cittadini che godono e devono godere degli stessi diritti e degli stessi doveri. Probabilmente questo è di difficile comprensione per il tredicenne bullo che si avvale del diritto di parola per offendere il compagno di classe timido e taciturno. Ma i politici? Loro sono giustificati? No, non lo sono. Anzi, proprio in nome della carica che rivestono, devono essere i primi a proteggere i loro cittadini, a garantire la completa uguaglianza, in un’epoca in cui persino la Chiesa, rappresentata da Papa Francesco, ha smesso di lottare per eliminare gli omosessuali. Historia magistra vitae, diceva Cicerone. E allora che la più grande fonte di insegnamento siano i moti di Stonewall, iniziati nel giugno 1969. Che sia di insegnamento la lotta di Harvey Milk. Che siano di insegnamento tutti gli omosessuali deportati nei campi di concentramento e di sterminio. E che sia di insegnamento anche ciò che disse Gesù: «Come io vi ho amato, così anche voi amatevi gli uni con gli altri». Io, nel mio piccolo, sogno un mondo in cui non vi sia più necessità di fare coming out, di aver paura a dire chi veramente sei. Sogno un mondo in cui un uomo possa camminare mano nella mano col proprio fidanzato. Sogno un mondo in cui una donna, consapevole che il corpo in cui è nata non le appartiene, decida di cambiare sesso in completa libertà, senza sguardi indiscreti, dicerie, maldicenze. Sogno un mondo in cui siamo tutti allo stesso livello, individui della stessa natura, uguali cittadini con uguali diritti e uguali doveri. Solo allora potremmo definirci tutti effettivamente liberi.
Iscriviti a:
Post (Atom)