domenica 6 gennaio 2019

Del Natale e del suo Babbo

"E che fine facevano il latte e i biscotti che lasciavo per la Befana?". "Il latte lo buttavo, perché dopo una notte fuori dal frigo faceva brutto, e i biscotti li rimettevo nella confezione". Così mia mamma distruggeva il mito della Befana e, prima ancora, quello di Babbo Natale, suscitando le risate di amici di famiglia con cui passavamo la serata. Avevo sei anni e mi portavo dietro la tipica innocenza di quell'età, in un misto di fantasia e ammirazione per quelle due figure mitologiche. Ricordo di esser rimasto male, molto male, ma non tanto da piangere o rinunciare alla fiaba dell'uomo grasso che scende dai camini per lasciare i regali o della vecchia col naso aquilino che dona dolci ai bimbi buoni e cenere e carbone a quelli cattivi. No. Col tempo ho trasformato questi due signori in qualcosa di più grande, nel vero Spirito Natalizio. E, mentre le generazioni si susseguivano, è toccato al sottoscritto interpretare Babbo Natale per i cuginetti, che rimanevano affascinati da questo grande uomo di rosso vestito, che suonava al campanello e si trascinava dietro un sacco pieno di regali. I sorrisi sui loro volti, il regalo di Natale più dolce che potessi mai ricevere, erano grandi tanto quanto i nostri, quando uno zio, un cugino più grande, persino i nostri genitori, ci divertivano con quel travestimento. Ed ecco che il Natale ha assunto un aspetto completamente diverso negli anni. Se prima era desiderio di ricevere questo o quel regalo, adesso è semplice desiderio di trovare pace, serenità e passare questi giorni di festa con la mia famiglia, tanto grande e incasinata quanto amabile e amata. Le festività natalizie sono giunte al termine e proprio oggi l'Epifania se le porta via. Un sapore dolce amaro le ha accompagnate, quest'anno, ma fortunatamente ho avuto la possibilità di comprendere il vero significato del Natale e del suo dolce e paffuto Babbo, che è staccare dalla routine quotidiana, sognare senza limiti e, ovviamente, mangiare all'infinito.

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