venerdì 22 ottobre 2021

"Io mi fido di te: storia dei miei figli nati dal cuore" di Luciana Littizzetto

Tutti la conoscono come la comica irriverente che dissacra la qualunque. Eppure, Luciana Littizzetto ha dimostrato negli anni di essere, a discapito della sua minuta statura, una donna dalla smisurata intelligenza e, soprattutto, dal cuore grande così. L'ultimo suo lavoro, "Io mi fido di te: storia dei miei figli nati dal cuore" ne è la prova lampante. Tema del progetto sono Jordan e Vanessa, fratello e sorella entrati nella vita di Luciana, pronti a scombinarla. Seguendo le orme e i consigli di una sua cara amica, infatti, Luciana inizia il lungo e burocratico processo dell'affido, che la porta a prendersi cura di questi due ragazzi dal cuore rotto, ma ancora in grado regalare tanto amore. Ed è proprio questo, l'amore, che trasuda dalle pagine del libro. Un amore che non nasce dal sangue, dai nove mesi di gravidanza, dal parto, ma dal cuore stesso, che apre una porta alla novità, così eccitante e spaventosa al contempo. Jordan e Vanessa, per la prima volta protagonisti assoluti di un libro della Littizzetto, ne combinano di tutti i colori, attraversano l'età infantile ed entrano in quella adolescenziale per poi giungere alla vita adulta con un bagaglio di avventure e peripezie da far invidia al più temerario. Lu, come la chiamano i due ragazzi, è sempre lì, pronta a difenderli, a sgridarli quando serve, a guidarli. E nelle sue parole, così cariche di sentimento, si percepisce non il distacco di una semplice madre affidataria, ma l'affetto di chi il cuore lo ha ormai donato a queste due creature, alle quali la vita ha tolto così tanto per poi farsi perdonare con una nuova famiglia, un rifugio caldo e accogliente in cui rinascere. Potrebbe sembrare, ai lettori meno attenti, che in queste pagine la Littizzetto racconti soltanto le avventure dei due ragazzi. Tuttavia, proprio in quelle parole risiede tutto il suo amore. Luciana detta Lu osserva con occhio critico i suoi due ragazzi, li prende per mano e li aiuta ad attraversare le strisce pedonali di una vita difficile. Difficile soprattutto per chi, come lei, intraprende, o vorrebbe iniziare, il processo dell'affido, così lungo, così laborioso, così restrittivo. Con la sua solita sagacia, critica fortemente un sistema discriminatorio come quello dell'affido, chiedendo a gran voce di aprirlo a ogni coppia, a ogni futuro genitore single. Perché, d'altra parte, "è famiglia quella che accoglie, si apre, fa spazio in casa e nell'anima". Poco importa se si tratta di uomo e donna, di due uomini, di due donne, di ex marito ed ex moglie, di tre otarie. Famiglia significa amore, "una roba morbida, perché più è morbida e meno si battono le testate", con tutte le difficoltà che l'essere genitore comporta. Lo sa bene lei, che ogni giorno vive mille peripezie. Eppure, quelle due anime, entrate di soppiatto nella sua vita, gliel'hanno travolta, cambiata, rivoluzionata. Le hanno permesso, se vogliamo, di capire cosa significhi essere madre, amare, preoccuparsi notte e giorno di un'altra persona, di prendersi una pausa persino. Perché "il mestiere di madre è fatto di puntini di sospensione" e per metterli, si sa, ci vuole un gran coraggio.
"Io mi fido di te: storia dei miei figli nati dal cuore" (Mondadori, 2021) è il racconto di un amore nato quasi per caso, al di là di ogni legame sanguigno, e di un gran coraggio che ci regala il senso vero e profondo della vita.

domenica 17 ottobre 2021

"Le minime di Malinconico" di Diego De Silva

Ognuno di noi, spesso, sente dall'interno una vocina che parla, esprime pensieri, per lo più assurdi, che si ha paura ad esprimere pubblicamente. Ma non Vincenzo Malinconico, avvocato protagonista dei romanzi di Diego De Silva, fortunatissimo e geniale autore napoletano. De Silva crea il personaggio di Malinconico nell'ormai lontano 2007 e da quel giorno Vincenzo entra nei cuori di tanti lettori. Precario, sfortunato, inadeguato, Malinconico rappresenta l'essere umano che non riesce a trovare il suo posto nel mondo, perennemente in grado di complicarsi la vita con le sue stesse mani. "Ecco come sono fatto, io. Un vero jazzista della complicazione. Datemi una situazione già compromessa e vedete che assoli che faccio", dice lo stesso. Come possiamo non riconoscerci in queste parole? D'altronde, lo scopo della letteratura è proprio questo: mettere nero su bianco situazioni e personaggi in cui il lettore possa, in un certo qual modo, immedesimarsi e guardarsi dall'esterno. Tuttavia, Malinconico è ben più di una persona che aspira al sentirsi adeguato in un mondo che non sembra fatto per lui. È, potremmo dire, bramoso di amore, di quello "facile facile: rendere felice chi ami". Impresa di non poco conto, che lo catapulta in relazioni inconcludenti, senza alcuna chiarezza di emozioni, ma non di certo per sua volontà (o, almeno, questo è quello che pensa lui. Sarà davvero così?). Vincenzo rappresenta, se vogliamo, l'uomo comune, quello che si porta "i difetti meglio degli anni" e ne è consapevole e non si piace, ma non vuole cambiare. Preferisce, egli, vivere in questa realtà, che è sua e nessuno gliela può togliere, forse per paura del cambiamento o forse perché, in fin dei conti, se nasci tondo non puoi morire quadrato. E sia, va bene così, ché nessuno è perfetto e nessuno nasce imparato, come si suol dire, tanto il mondo sarà sempre un posto scomodo per ciascuno di noi. Tanto vale essere sé stessi, con pregi e, soprattutto, difetti annessi. 

"Le minime di Malinconico", scritto da Diego De Silva ed edito da Einaudi, in libreria e negli storie online. 




venerdì 15 ottobre 2021

"La casa sul mare celeste" di TJ Klune

Quando si gira l'ultima pagine de La casa sul mare celeste, dell'americano TJ Klune, accadono due eventi: da un lato sorge il disperato bisogno di leggere ancora dei dolci protagonisti del romanzo, dall'altro si percepisce un calore che parte dal profondo e si diffonde in tutte le membra, fino a toccare l'anima. Questo perché La casa sul mare celeste non è solo un romanzo fantasy, ma una storia di formazione, in cui ogni protagonista apprende una lezione estremamente importante, ovvero quella di essere sempre sé stessi e combattere il pregiudizio un passo alla volta. Protagonista della narrazione è Linus Baker, assistente sociale del Dipartimento di Magia Minorile, uno stacanovista dedito al lavoro e al rispetto del regole. Quando gli viene affidato un incarico di massima segretezza, le ferree convinzioni di Linus iniziano a vacillare. Arrivato sulla remota isola di Marsyas, Linus Baker deve ispezionare per un intero mese l'orfanotrofio diretto dall'enigmatico quanto affascinante Arthur Parnassus, guida e confidente di sei bambini davvero particolari. Di fronte a una realtà totalmente diversa dalla sua abitudinaria quotidianità, Linus Baker inizia a chiedersi se fino ad allora non abbia vissuto in una bolla, per percorrere sempre e solo la solita strada. Inizia a chiedersi, il nostro protagonista, se ogni tanto qualche deviazione non sia necessaria, per cambiare aria, per cambiare vita, e scoprire che le nostre convinzioni, spesso, sono solo l'immagine di un recondito timore. E lo fa, Linus Baker. Finalmente si lascia andare, permette al vero sé di emergere, di proteggere la verità, di difenderla a ogni costo da stupidi e insensati pregiudizi. Di far trionfare l'amore, quello vero. Tutto questo è La casa sul mare celeste. Un romanzo dolce, delicato, divertente, dal ritmo incalzante e la scrittura genuina. Un romanzo che scalda il cuore, che insegna che sì, la felicità esiste. A due passi dalla scelta giusta.