giovedì 4 febbraio 2021

"Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop" di Fannie Flagg: ricordi gustosi di una grande famiglia

Due generazioni, lontane e diverse tra loro, sono protagoniste di Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, romanzo di Fannie Flagg pubblicato nel 1987 e divenuto qualche anno dopo un film di grande successo, candidato a due Premi Oscar. La storia si dipana tra il bollettino di Dot Weems e i racconti della signora Threadgoode all'amica Evelyn Couch. Grazie al bollettino dell'attenta e informatissima signora Weems, prendiamo confidenza con la cittadina di Whistle Stop, teatro di personaggi che suscitano immediatamente la curiosità del lettore. La memoria della signora Threadgood, invece, ci permette di scavare più a fondo, di entrare nella vita di quei personaggi, conoscere la loro storia, per arrivare quasi a considerarli nostri amici. Al centro della narrazione vi sono Idgie, scalmanata ragazza ribelle, e Ruth, dolce e seria. Insieme, le due gestiscono il Caffè, offrendo un menù ricco e prelibato a prezzi stracciatissimi, senza mai sottrarsi al desiderio di aiutare i meno fortunati, come se fosse un obbligo morale, ma che in realtà parte dal cuore. Ecco, i personaggi di questa cittadini sono persone di vero cuore, genuine, in grado di rendere la vita della stessa Whistle Stop una grande famiglia. Fannie Flagg ci catapulta in una storia riccamente decorata, dove quello che sembra un omicidio rischia di mettere a repentaglio tutti gli abitanti e dove un amore viene taciuto per anni, ma solo a parole. E tutto questo la Flagg lo fa con il tratto giusto e una profonda intelligenza ironica, trattando un tema quanto mai attuale: il razzismo. Partendo dalla fine degli anni Venti, l'autrice ci mostra uno spaccato della società americana del secolo scorso, una società in cui l'uomo bianco è l'unico essere vivente degno di rispetto e stima, mentre il nero deve essere relegato alla schiavitù e all'offesa gratuita. Eppure, proprio i personaggi di colore sono quelli che conquistano, a riprova del fatto che il colore della pelle è solo il risultato di un gioco genetico e non specchio della nostra vera essenza. E poi, ancora, l'autrice riesce, in appena tre pagine, a distruggere secoli interi di becero maschilismo, rivendicando l'uguaglianza della donna e la sua forza, per nulla inferiore a quella maschile. Con uno stile leggero, ma riflessivo, Fannie Flagg ci rende partecipi della vita semplice, ma comunque movimentata, di Whistle Stop, attraverso i ricordi di chi, in quella cittadina, ci ha vissuto. Ricordi che sembrano il fresco vento dell'estate, quando ci si innamora e si tocca il cielo con un dito, tanto che alla fine penserete di essere voi stessi a Whistle Stop, in quell'accogliente Caffè, a godere di un piatto di "pomodori verdi fritti e granturco alla panna, sei fette di pancetta affumicata, qualche cucchiaio di fagioli di Lima e quattro enormi e leggerissimi biscotti al latticello".

martedì 2 febbraio 2021

"Il Regno Capovolto" di Marie Lu: gioie e dolori di Nannerl Mozart

Deve essere stato difficile per la traduttrice rendere in italiano Il Regno Capovolto di Marie Lu, non tanto per il linguaggio e lo stile, che immagino non siano molto lontani da quelli resi nella versione italiana, ma perché protagonista è l'illustre famiglia Mozart e in particolar modo i figli Maria Anna e Wolfgang. Affettuosamente soprannominati Nannerl e Woferl, il romanzo prende spunto da un annedoto: i due fratelli da piccoli solevano inventare la storia di un regno speculare al nostro mondo, ma capovolto, appunto. Da qui prende avvio la vicenda narrata da Lu, dove troviamo il genio brillante e precoce di Woferl e il talento nascosto di Nannerl, costretta a vivere all'ombra del fratello e provando verso il riconoscimento dell'estro creativo di Wolfgang un forte senso di invidia, pur ammettendone la preziosità. Ecco, quindi, che Il Regno Capovolto non è solo la storia dell'avventura in un mondo fantastico, ma anche e soprattutto denuncia della condizione femminile durante un Settecento fortemente maschilista, dove la donna non ha diritto di parlare o agire senza il benestare del marito o del padre, che assumono pertanto le fattezze di padroni. Una donna che non ha diritto di comporre musica, perché esclusivo appannaggio dell'uomo. Una donna che non gode del diritto di esistere in quanto tale, ma solo se in relazione alla figura maschile della sua vita, che sia un padre, un fratello o un marito. Tema, questo, che si accompagna a una forte presenza della musica: il linguaggio musicale impregna la storia dando voce alla cosiddetta filosofia della musica, corrente di pensiero ravvisabile già nelle riflessioni dell'antica Grecia. Un linguaggio universale dell'umanità, quello della musica, proprio come disse H. W. Longfellow, capace di arrivare dritto al cuore e alla mente e di creare un regno magico, con due lune a illuminare una fitta foresta, popolata da esseri fatati, re e regine. Nannerl e Woferl partono così per quest'avventura, all'insegna di desideri taciuti a parole, ma gridati col cuore. Desideri di rivalsa su un destino già scritto da quelli che si definiscono i più forti.
Il Regno Capovolto di Marie Lu, con il suo stile squisitamente musicale, introspettivo e un'adeguata dovizia di particolari, è un romanzo fantastico che affida a Nannerl la voce di chiunque sia costretto a far tacere la propria identità. Ma sono proprio la nostra voce, la nostra mente, il nostro cuore e i nostri talenti, di qualunque genere, le uniche armi di cui necessitiamo per dire al mondo "Io esisto e valgo tanto quanto te".

Il Regno Capovolto 
di Marie Lu, edito da Oscar Mondadori Vault
In libreria da oggi 2 febbraio