"Non esistono più le mezze stagioni". Lo diciamo spesso, vuoi per scherzo, vuoi perché si passa dal caldo infernale al freddo pungente che ti colpisce le ossa. Per me, invece, le mezze stagioni esistono ancora e ogni anno ne ho percezione quando finisce agosto e inizia settembre. Le giornate si accorciano, il sole è meno forte e il cielo, da azzurro limpido, diventa via via più grigiastro. Ma la vera conferma arriva quando settembre lascia il posto a ottobre. Le magliette con le maniche corte spariscono dai nostri armadi, mentre fanno capolino le felpe dal tessuto più pesante. In famiglia, poi, ci adoperiamo tutti per sistemare la legna che i nonni acquistano e con cui fronteggieranno il freddo invernale. Qualche giorno fa, rientrato da lavoro, ho percepito sulla pelle un certo calore, preludio di quello che emaneranno, a breve, i termosifoni. Mi sono diretto verso la cucina, per preparare il caffè, e li ho visti. I mandarini. Il loro colore arancione mi è saltato subito all'occhio e potevo già sentire il loro inconfondibile profumo. Accanto, un contenitore di plastica con le loro carissime amiche castagne. Oggi è domenica. Mamma prepara il pranzo e il profumo delle pietanze aleggia per tutta casa. Prendo la padella coi fori sul fondo, faccio una croce e le cuciniamo. Assaporo in fretta il primo e il secondo, lasciando spazio per ciò che amo di più. La nostra tavola si riempie di bucce di mandarino e scorze di castagne. Non riuscirò mai a trovare le parole giuste per esprimere quella strana, ma calda sensazione di benessere, sollievo e calore che nasce in me al cader delle foglie, quando tutto diventa marrone. "Non esistono più le mezze stagioni", dicono. Ma, nonostante negli ultimi anni molte cose siano cambiate, c'è sempre la certezza che qualcosa ci aspetti, immutato. Come a dire, "Ecco, vedi? Tu sei cresciuto, ma potrai sempre contare di me".